Riflettevo in questi giorni sulla bella chiacchierata che abbiamo avuto (io ed altri colleghi bandisti) domenica mattina con la Sig.ra Annamaria, venuta a visitare la sede ed a prendere alcune informazioni sui corsi di musica, cui vorrebbe avvicinare le nipotine.
Per chi ha cominciato a far musica in giovanissima età certe cose sembrano normali e scontate, quando non lo sono affatto. Come ad esempio la scelta di uno strumento o la predilezione per un compositore piuttosto che per un altro: ad ognuno di noi la voce del clarinetto, del sax o della tromba risuoneranno dentro in modo completamente differente, e così il Mozart giocoso sembrerà “irreale” a chi sente “dentro” che il Mozart vero è quello dei toni più cupi.
Nulla che dovrebbe stupire, in teoria, dal momento che stiamo parlando della più eterea tra le arti. Eppure, quest’arte così eterea è in grado di prendere a schiaffi, blandire o cullare più di qualsiasi altra…..
A questo proposito, non posso non condividere l’impressione fortissima avuta durante il concerto di domenica pomeriggio, quando la pioggia ha cominciato a cadere durante l’esecuzione del Finale dalla III Sinfonia di Mahler; una sensazione bellissima di qualcosa di “eroico”; quella qui riportata è la stessa trascrizione che abbiamo usato noi. Dal minuto 3.20 in poi…..
http://www.youtube.com/watch?v=dQsuwH68MII